Io e la mia piccola Greta ci avviciniamo a Venezia a bordo di un treno affollato durante una giornata dal cielo incerto, tra sfumature di azzurro e di grigio.
Una volta raggiunta la città lagunare ci addentriamo tra calli e pietre, cercando di evitare i percorsi turistici, per evitare il brusio della folla ed ascoltare nel silenzio il rumore dei passi sul selciato.
Qui e là visitiamo fugacemente qualche esposizione temporanea o qualche artista che ha aperto la sua bottega o il suo laboratorio.
Tra queste una piccola tipografia che offre una svariata produzione di cartoline, ex libris, poster ed altri materiali grafici auto prodotti e stampati in loco. Con il titolare parliamo un po' di tipografia e accenniamo alla Tipoteca Italiana di Cornuda, con sua sorpresa ed entusiasmo quando scopre che arriviamo proprio dal piccolo paese trevigiano che ospita il museo della tipografia.
Passiamo attraverso il Mercato del Pesce, il Ponte di Rialto e proseguendo ci addentriamo tra la zona dell'Accademia e il sestriere di San Marco e mi colpisce una vetrina davanti alla quale mi sarò fermato un centinaio di volte ad osservare i magnifici prodotti esposti.
Si tratta della Legatoria Piazzesi. Mi sono sempre chiesto perché questo splendido luogo fosse sempre chiuso.
Notando la porta aperta ci avviciniamo e allunghiamo lo sguardo all'interno: una gentilissima signora posizionata sopra al bancone del laboratorio ci invita ad entrare e dopo uno scambio di battute non ci lasciamo scappare l'occasione. Entriamo così in un luogo meraviglioso ed iniziamo ad ammirare le carte, i ritagli, le decorazioni, le opere sapientemente lavorate.
Nel frattempo inizia una interessante, piacevole e naturale conversazione con Lavinia Rizzi, la titolare, che ci svela alcuni "segreti" che portano alla chiusura della Legatoria Piazzesi che apre esclusivamente in rare occasioni.
Ci scambiamo idee ed opinioni, ci racconta esperienze vissute tra quelle mura nel tempo e le perplessità per il futuro. Il tutto con un trasporto e naturale coinvolgimento da parte di entrambi.
Troviamo facilmente il modo di scambiarci i contatti per non perderci di vista. Mi sento molto fortunato ad aver trovato aperto questo luogo magico e soprattutto di aver incontrato e conosciuto Lavinia.
Solo al ritorno in treno leggerò la sua biografia, fotografata da un libro che lei stessa ci ha fatto vedere, scoprendo quante passioni ed esperienze hanno colmato la vita di Lavinia Rizzi.
Dopo esserci salutati ed essere usciti dalla legatoria, ci perdiamo nuovamente tra le calli, arrivando ed ammirando la grandezza di Piazza San Marco con la Basilica a fare da quinta scenica ad uno dei posti più spettacolari e visitati al mondo. Non posso non rimanere ad osservare per qualche minuto l'oramai noto Negozio Olivetti progettato da Carlo Scarpa.
Ci allontaniamo dal caos e dal chiasso della Piazza per continuare a vagare per la città lagunare senza una meta precisa, attraversando ponti, salendo e scendendo centinaia di scalini, fino a quando la pioggia ci viene a salutare con le prime timide gocce. Ed è subito un fuggi fuggi generale. D'un tratto le opere d'arte più ambite diventano ombrelli e ponci impermeabili, venduti in ogni angolo o chioschetto da una schiera di venditori internazionali più o meno autorizzati.
La Strada Novissima si svuota in pochi minuti, il rumore della folla che la riempiva si affievolisce e aumenta il ticchettio sul selciato che ci ricorda che è oramai ora di rientrare.
Ancora una volta Venezia ha saputo stupire con sorprese ed incontri che ci hanno fatto rientrare a casa più felici e certamente più ricchi! Venezia sorprendente!
01 maggio 2023
Giorgio e Greta
PS - La cosa più bella è che la visita a Lavinia sta continuando anche ora che siamo rientrati a casa da qualche ora... Grazie!
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