Luca Binaglia, nasce a Perugia nel 1976 e si laurea in Disegno Industriale a Firenze dove
collabora con lo studio Architectural Hero di Simone Micheli.
Nel 2006 torna a Perugia dove fonda lo studio LucaBinagliaDESIGN che si occupa di interior design e product design. Un percorso formativo e professionale che lo porta
ad avvicinarsi a un design comunicativo:
dietro, e dentro, ai suoi progetti c’è l’attenzione e la voglia di
comunicare un messaggio che ogni oggetto che crea porta con sé.
Arrivano i primi successi in alcuni dei più prestigiosi
concorsi di progettazione attirando l'attenzione di riviste come Interni,
Ottagono e DDN.
Nel 2009 viene inserito nella pubblicazione YoungBlood
tra i 200 talenti creativi italiani premiati nel mondo. Sempre presente con
progetti inediti al Salone del Mobile di Milano dal 2009 ad oggi.
È tra i fondatori del Unwaste Poetic Upcycling
Design, progetto il cui interesse è quello di lavorare su oggetti usati, densi
di storie che, attraverso la manipolazione, diventano vere proposte di design sostenibile.
Nei giorni scorsi ho avuto il piacere di incontrare Luca Binaglia alla mostra DUG Design Umbro Ultima Generazione,
da lui curata insieme a Francesca Duranti. Davanti ad un ottimo bicchiere di
vino rosso abbiamo chiacchierato sulla mostra e sul suo lavoro.
DUG Design Umbro Ultima Generazione |
gdl Luca, questo ultimo evento che sta per concludersi è l’ennesimo successo nella tua professione e carriera. Perché un evento sul Design Umbro, territorio apparentemente “distante” dai luoghi simbolo del design quali possono essere alcune grandi città italiane ed europee?
LB Senza dubbio la mostra è stata un vero successo, oltre
che un esperienza meravigliosa dal punto di vista organizzativo. Nata come
ricognizione dello stato di fatto del design in Umbria, che come giustamente
sottolinei è un territorio non troppo spesso associato a tale disciplina, ha
riservato sorprese impensabili sia nel numero dei partecipanti che nella
qualità dei progetti esposti. Ha messo in luce un movimento creativo e
produttivo, sia artigianale che industriale, che devo dire ha poco da invidiare
alle grandi capitali che dici tu. Magari la mentalità dalle mie parti è un po'
più pigra e semplice ma ti assicuro che c'è tanta voglia di fare e che dopo
questo evento qualcosa si muoverà. Inoltre organizzare DUG mi ha permesso di
approfondire e consolidare un'amicizia con Matteo Ragni nata l'estate passata
in un suo work shop; averlo avuto come ospite è stato un onore e uno stimolo
incredibile per tutti, è stata di sicuro l'occasione per confermare l'idea che
mi ero fatto su una persona gentile, disponibile e di grande carisma, oltre che
chiaramente designer con i controc…fiocchi!
Permettimi una piccola precisazione sulla tua domanda: la
mia professione e carriera mi hanno portato qualche piccola soddisfazione, è
vero, così come a tanti altri amici/colleghi (per i quali faccio sempre il
tifo!) ma la crescita da fare è ancora tantissima, siamo solo all'inizio!
gdl Se ti va parliamo
ora di te. Quale è stato il percorso che ti ha portato a prendere
consapevolezza della passione per il design e a trasformarla in professione?
LB Tutto è nato quando nel 2000 ho incontrato Remo Buti
all'università. Mi sono sentito come un bambino che assaggia la marmellata per
la prima volta! Mi ha aperto il mondo a tutta una serie di conoscenze e
esperienze che mai avrei nemmeno immaginato. Ho iniziato a studiare i testi e
le produzione di tutti i personaggi che come lui avevano partecipato al
movimento radicale degli anni a cavallo tra i '60 e '70: Archizoom, Memphis,
Superstudio, Strum, Sottsass, Pesce, Pettena… Da quel momento ho iniziato a
pensare come un designer, a farmi impregnare da ogni esperienza, a percorrere
il mio cammino a spirale in cerca di una traiettoria sempre più aperta e sempre
più ampia.
gdl Nel tuo lavoro
giorno per giorno emergono idee che si trasformano in progetti. Da dove nascono
e quale è il processo evolutivo che porta al progetto finale?
LB Come dicevo prima, le idee possono venire da ogni
cosa. Un input potrei trovarlo al supermercato così come al cinema, mentre
parlo con un amico o mentre sono a spasso con i miei cani. Bisogna avere sempre
accesa la spia della curiosità; questa ti permette di captare molti degli
stimoli esterni che poi si trasformano in rotelle che girano per diventare
progetto. Ammetto che ogni tanto questo atteggiamento mi porta ad assentarmi
dal mondo che mi circonda, quindi se mi incontrate che fisso il vuoto non
prendetemi per matto!
Scherzi a parte, una volta incamerata la scintilla, c'è
un gran lavoro di ricerca e sviluppo davanti a carta, matite, pennarelloni e
computer che porta l'idea a diventare materia.
gdl Il tuo lavoro è
sempre più associato al design comunicativo, design sociale, design
sostenibile. Quale è l’importanza di queste caratteristiche e di questo
approccio nel tuo lavoro?
LB Sono tre ambiti che fanno semplicemente parte del mio
bagaglio. Comunicare nuovi modi di vivere gli spazi attraverso il design era
una delle prerogative dei personaggi radicals che nominavo prima e mi piace
cercare di trasmettere certi temi a quasi 50 anni di storia dai Maestri. Cut,
per esempio, disegnato a quattro mani con Lucio Curcio, è un progetto che nasce
per stimolare l'interazione tra le persone, è un imbottito che rifiuta le
solite forme rassicuranti da rivista per dare spazio alla sperimentazione,
senza nessuna paura. Un processo simile ha portato alla nascita di Decube e di
Share, che già nel nome dice molto. Tutte idee che ruotano intorno alla
socializzazione, alla condivisione che nel caso di Share, appunto, non si ferma
solo all'oggetto ma continua il suo percorso sposando la filosofia del marchio
Abnormal che promette di reinvestire il 50% dei guadagni in progetti sociali.
Per quanto riguarda la sostenibilità penso che dovrebbe essere semplicemente
innata in un designer contemporaneo; basta venderla come un valore aggiunto!
Share |
Cut |
gdl Quale rotta stai
tracciando e cosa dobbiamo aspettarci da te per il futuro?
LB Della mia rotta a spirale ho già parlato, spero
continui ad espandersi. Non aspettatevi niente che è la miglior maniera per
stupirsi…io perlomeno faccio così!
Decube prodotta da Formabilio
|
gdl Grazie Luca! Cin
cin!
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