C’è
un luogo nel cuore di Roma dove arte ed artigianato di qualità si incontrano. Quel posto è Urbana146.
L'ingresso a Urbana146 |
Un
laboratorio che ha trovato casa in pieno centro a Roma, nel Rione Monti,
sempre attento alla cultura e all’arte.
Un
luogo vivo che rappresenta nel migliore dei modi la creatività e l’eccellenza della cultura italiana.
Un
luogo dove artisti e artigiani hanno la possibilità di
esporre e vendere le proprie opere, frutto di creatività, originalità,
passione, talento. Opere di varia natura, realizzate con materiali e tecniche differenti.
In
occasione dell’inaugurazione di questo laboratorio abbiamo avuto la possibilità
di chiacchierare con chi anima questo luogo d’arte e artigianato: il direttore Claudio Miani e la curatrice Sara Pessato.
Alcuni momenti dell'inaugurazione di Urbana 146
Urbana146 è un luogo, un progetto. Ma chi c’è dietro a
Urbana146?
C’è
un gruppo di lavoro che da diverso tempo si occupa di promuovere la Cultura e
ogni forma espressiva che a nostro giudizio meriti attenzione. Da oltre cinque
anni gestiamo uno spazio a San Lorenzo, il Sinergy Art Studio, che si occupa
prevalentemente di corsi, rassegne cinematografiche ed eventi teatrali e da
quest’anno abbiamo deciso di aprire i nostri orizzonti verso l’artigianato
italiano e internazionale e l’arredo ecosostenibile.
Scavando nella giovane storia di Urbana146, è facile
scoprire che tutto nasce da un progetto precedente, La Maison des artistes. Si
tratta di uno stop and go, di una ripartenza o di una naturale evoluzione del
progetto?
E’
certamente una naturale evoluzione del primo Store che avevamo avviato lo
scorso anno. Il cambiamento è stato dettato per offrire un servizio migliore ai
nostri utenti, riservando un maggiore spazio agli artigiani e strutturando un
apposito settore ai laboratori a vista, dove stiamo procedendo alla
realizzazione di differenti Corsi: dalla Cermaica al Decoupage, dalla
lavorazione dell’argento alla tessitura. Il cambiamento di nome è stato dettato
principalmente da una ricerca di mercato portata avanti dal nostro staff, per
meglio collocarci all’interno del reticolato territoriale. Essere più visibili
e immediatamente identificabili.
Urbana146 ha vissuto poche settimane fa la sua
inaugurazione con un notevole successo. Urbana146 sorge negli stessi ambienti
che hanno ospitato La maison des artistes ma con un rinnovo dei locali e
dell’arredo. La scelta è caduta su un arredo bioecologico, dalle linee
essenziali e semplici. Sembra quasi si sia voluto far parlare gli oggetti ed i
materiali. Quali le motivazioni e l’importanza di questa scelta per riuscire a
creare postazioni di vendita altamente raffinate e personalizzabili a seconda
delle esigenze espositive dell’artista e dell’artigiano?
Un particolare degli arredi bioecologici nel laboratorio Urbana146 |
La
motivazione principale è stata quella di creare un connubio tra ciò che ogni
singolo artigiano crea e il locale che ospita queste stesse creazioni. Abbiamo
avviato così delle collaborazioni con differenti artisti e architetti di tutta
Italia, selezionando accuratamente dei materiali che potessero ben rispecchiare
questa nostra esigenza. Abbiamo così evidenziato come potesse essere
interessante ad esempio avviare un discorso con Daniele Piazzola e Stefano
Nodari che con il marchio DS Quadro hanno dato vita al progetto Join, un
sistema modulare in legno ad incastro, liberamente assemblabile. Abbiamo
avviato collaborazioni più strette anche con l’Accademia dello Zazar, progetto
nato nel 2001 all’interno dell’Esercito della Salvezza, che ci ha fornito delle
strutture costruite con materiale riciclato come i pallet. Ci siamo poi avvalsi
di Marco Orlandi e delle Ecocentriche per tutto quel che riguarda
l’illuminazione dello Store, anche in questo caso si tratta di creazioni nate
da materiali di riciclo e recupero. Come è facile comprendere, la base del
nostro progetto è l’utilizzo della rete, della comunicazione e
dell’interscambio. Offriamo una vetrina su Roma, nel quartiere forse maggiormente
attento alle nuove esigenze artistiche come è Monti, cercando in cambio di
avere dei materiali e delle strutture di elevato pregio e valore, e ci sembra
che per il momento siamo sulla strada buona per proseguire il nostro progetto.
Qualcuno potrebbe obiettare che Urbana146 è
semplicemente un negozio. Mi verrebbe da dire che oltre ad essere un negozio è
un vero e proprio laboratorio. Un luogo di incontro tra persone, cultura e
arte. A voi la parola!
Riprendo
il discorso di poco fa. L’interscambio, la rete la conoscenza e l’attenzione
verso tutte le persone che ci forniscono suggerimenti, consigli, idee, è
proprio ciò che sta dietro a Urbana146. Crediamo che il punto forte di ogni
attività, sia lavorativa che personale, sia la comunicazione. Bisogna
confrontarsi e essere capaci a mutare la propria opinione quando ci si
confronta con chi ne sa più di noi, o semplicemente con chi, avendo un’ottica
differente dalla nostra, ci mostra delle sfumature che ci erano sfuggite.
Urbana146 è esattamente questo, un laboratorio comunicativo, dove ogni
artigiano propone non solo le proprie creazioni, ma la propria figura, la
propria personalità, il proprio unico modo di intendere l’essere artista.
Urbana146 ospita opere di differenti artisti ed
artigiani, talvolta molto diverse tra loro. C’è qualcosa che le accomuna? C’è
un filo conduttore che accompagna chi entra nel laboratorio?
Per
l’appunto il filo conduttore è la comunicazione. Miriamo a selezionare artisti
e artigiani che attraverso la propria opera comunichino quel che sono. Mi viene
da pensare alle creazioni provenienti dal Cameroun, realizzate da Madame
Monique, sarta locale, capace di trasformare dei pagnes in meravigliosi
incontri di colore, per non parlare del gioco di linee realizzato da Pietro Zucca
per dar corpo al nostro banco di accoglienza. Una scultura in ferro e vetro
estremamente elegante e onirica al punto giusto. O la riproduzione del cargo
Nereo, costruito interamente a mano nel 1956 da Manlio Miani e esposto nel
nostro store. Ecco, il filo conduttore è il concetto di visivo, tutto è reale
poiché visto e comunicante. Una sorta di calvinesco Palomar, un occhio che
guarda, produce e rende vero ciò che è presente.
Un consiglio per tutti i giovani artisti ed artigiani
che cercano di trovare la loro strada.
Beh,
la cosa più semplice da dire è: non vi arrendete e credete in voi stessi, la
cosa forse più importante è: abbiate il coraggio di non esser presuntuosi e
ascoltate tutti quelli che vogliono darvi suggerimenti.
Grazie e in bocca al lupo.
Grazie
a te del tempo e della pazienza.
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