Qualche tempo fa le amiche Annika ed Alma
di Villacolle, innovativa esperienza
scolastica attiva a Bari che vi ho presentato tempo fa, mi hanno fatto una
richiesta: “Stiamo riflettendo, su cosa
s'intende per forme d'arte... nel nostro metodo non si vuole escludere nessuna
componente artistica... quindi ho bisogno di aiuto e di capire come la pensano
altre persone che ritengo competenti”.
Da questa domanda è scaturita una riflessione ed un
testo che ho inviato loro e che fa parte di una ricerca importante e finalizzata
alla pubblicazione del loro metodo e su cui stanno ancora lavorando.
Mentre auguro ogni bene ad Annika ed Alma, oggi voglio condividere con voi quel testo e quelle riflessioni.
Mentre auguro ogni bene ad Annika ed Alma, oggi voglio condividere con voi quel testo e quelle riflessioni.
quante sono per te le forme d'arte?
Nel
linguaggio contemporaneo la parola arte
rappresenta qualsiasi attività, attraverso la quale l’uomo comunica la propria
creatività attraverso le più svariate forme espressive, siano esse parole,
immagini, suoni.
Quello
che possiamo dire con certezza è che l’arte
si esprime attraverso differenti discipline.
Conosciamo tutte quelle classiche dalla pittura, alla musica,
dall’architettura alla scultura, dalla letteratura alla danza.
Molte
sono le catalogazioni dell’arte che
nel tempo si possono contare: arti maggiori (nove o dieci ) da cui emanano le
arti minori, per tipologia, per senso.
Ma
quale di queste infinite catalogazioni già realizzate o realizzabili andrebbe
presa come riferimento universale?
Domande
la cui risposta sembra non avere risposta e alla quale potremmo aggiungere
facilmente altre due domande. Chi è un artista? E ancora ma artisti (o
creativi) si nasce o si diventa?
Certo
potremmo soffermarci sulla necessità di approfondire gli aspetti tecnici di ogni
singola disciplina o il contenuto di messaggi trasmessi attraverso l’opera
artistica ma anche qui non arriveremo a nessuna. Potremmo disquisire e
sostenere questa o quella catalogazione delle discipline artistiche, senza
venirne a capo mancando, per così dire un metro di misura per determinare cosa
è arte e cosa no e di conseguenza quali sono le discipline artistiche.
Così
procedendo ognuno potrebbe andare avanti all’infinito a girare attorno alla
domanda, senza mai giungere ad una risposta concreta. Oppure ci troveremmo
sommersi da una miriade di definizioni differenti, tutte (o quasi) corrette.
Concludendo
mi verrebbe, senza averne però la completa convinzione, di sostenere la tesi
per cui l’arte è ogni qualsivoglia forma espressiva visiva o figurativa, attraverso la
quale trasmettere emozioni o messaggi agli altri, tutto questo
indipendentemente da regole e schemi precostituiti di discipline o catalogazioni
artistiche.
A
questo punto però ci troviamo punto e a capo. Qualcuno potrebbe obiettare
sostenendo la tesi, estremamente banale e vera allo stesso tempo, che il vivere
stesso è un’arte. Ancora potremmo ritrovarci concordi sull’assenza di un
linguaggio o pensiero artistico unico riconosciuto, così pure come l’assenza di
un unico codice interpretativo.
Ma
tant’è, questa è la mia risposta definitiva.
Note a
piè pagina
Andando indietro nel tempo (2005), un
esperimento di piccolo diario artistico poi abbandonato conteneva alcune
riflessioni, una delle quali risulta affine alla domanda che mi è stata
posta.
Si trovano
sempre nuovi argomenti, nuove cose da cui trarre ispirazione e da poter
utilizzare per nuove sperimentazioni. Ma quel che più conta VIVI. Sono infatti
le tue emozioni e i tuoi sentimenti che si trasmettono attraverso quello che
cerchi di creare.
L’arte è
tutto
L’arte è
niente
Lo stesso
VIVERE è un arte
Da profano permettetemi di gasarmi davanti a queste tre affermazioni.
La necessità
di comunicare emozioni e sentimenti che provi sulla tua pelle si fa spazio
nella tua mente, raccontare ciò che ti accade intorno diventa una necessità,
ciò che vedi, respiri, tocchi non può avere solo questa o quella funzione. Un
oggetto non risulta più solo funzionale e quotidiano ma acquisisce nuovi
significati, diventa simbolo, esce dalla sua quotidianità.
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