Gironzolando nel cuore di Venezia, tra calli e ponti, non è difficile imbattersi in un luogo affascinante, un laboratorio di progettazione e produzione ceramica. E’ proprio a Campo Santa Margherita che nasce e vive Reggiani Ceramica.
Ho avuto il piacere di incontrare Andrea Reggiani, durante alcune esposizioni e finalmente c’è stata l’occasione di fermarci a chiacchierare. Romano d’origine, dopo essersi formato allo IUAV, avvia questa attività spinto da una forte passione, scegliendo proprio Venezia come luogo dove mettere le sue radici artistiche, creando relazioni e collaborazioni che rispecchiano una delle caratteristiche che rendono unica, se ancora ce ne fosse bisogno, la famosa città lagunare: l’incontro e la convivenza di molte culture.
gdl Andrea, la ceramica è diventata la tua passione ed il tuo lavoro… Da dove ha origine la scelta della ceramica?
AR Il primo contatto con la ceramica fu durante le scuole superiori. All'epoca frequentavo il Liceo Artistico Modigliani di Padova, tra le varie attività che davano libertà alla fantasia era presente un corso di figura e modellato dove, dal disegno, si poteva plasmare mediante l'argilla, dai piccoli bassorilievi alle figure a tuttotondo. Non fu però uno dei corsi in cui spiccavo per bravura ma fu più una “lenta tortura” fatta per la maggior parte di rotture e fallimenti. La sola modellazione figurativa e decorativa di statue, mezzi busti e particolari del David di Michelangelo, mi fece definitivamente odiare questa materia. Da li a poco ci fu la possibilità di partecipare ad un workshop presso alcuni laboratori di incisione. Fu una buona scusa per farmi dieci giorni ad Urbino presso La corte della Miniera. Una vecchia Miniera restaurata tra le colline marchigiane in piena primavera. Subito conobbi il mio futuro mentore, Roberto Aiudi, un giovane ceramista dalle grandi capacità artistiche e didattiche. Lui faceva oggetti “utili”, cose da usare ogni giorno. Colori, pigmenti, forni incandescenti e tecniche antiche rendevano i suoi pezzi unici e pieni di forza, rispecchiavano lui, il suo carattere e la sua sensibilità. Rimasi folgorato, anzi cotto. Da questo iniziò la mia passione e l'amore per questa arte senza tempo.
gdl I tuoi prodotti si collocano a metà tra oggetti artigianali e opere d’arte. Quale è la tua visione su questo aspetto? Ti senti più artigiano o artista?
AR Un oggetto o un opera “d'arte” sono per me l'equilibrio tra tecniche artigianali e capacità progettuali che si materializzano in qualcosa che non ci si stanca mai di guardare. Mi definisco un artigiano con buone capacità progettuali.
gdl La lavorazione della ceramica ha origini e sfrutta tecniche antiche. Quanto è importante la sperimentazione e la ricerca per abbinare a queste tecniche quel qualcosa in più che caratterizza i tuoi prodotti?
AR Spesso l'errore che sembra compromettere un lavoro non è altro che una nuova strada. Quello che all'inizio sembra un difetto diventa invece il punto di inizio per una nuova fase di ricerca e sperimentazione. E' cosi che molti dei miei lavori sono nati. E' fondamentale produrre ma lo è anche sperimentare, saper fare e saper sbagliare, una cosa che mi stimola e fa crescere non solo come artigiano.
gdl Rimanendo in tema di sperimentazione, hai dato vita ad un ambizioso ed interessantissimo progetto di stampa 3D applicato alla ceramica. Da dove nasce l’idea?
AR Il progetto nasce come sperimentazione del processo di stampa 3D applicata alla tradizione dei materiali ceramici. La macchina viene progettata e costruita artigianalmente nel mio laboratorio. I materiali e i processi si uniscono in una serie di test che esplorano i diversi gradi di interazione tra questi due mondi generando cosi una serie di forme non riproducibili con i classici strumenti e tecniche ceramiche.
gdl La tecnica della stampa 3D si va diffondendo sempre più. Come si armonizza questa tecnica moderna con un materiale e tecniche antiche?
AR La trasparenza della porcellana, il colore rosso della terracotta e le ruvide superfici del refrattario diventano velocemente oggetti e pezzi unici essendo il risultato di una serie di variabili matematiche/digitali e fisico/materiche. Le successive tecniche di cottura, finitura e colore sono le stesse che vengono usate da centinaia di anni nella tradizione ceramica.
gdl Quali sono i risultati che è possibile ottenere con la stampa 3D della ceramica e quali caratteristiche particolari ottengono i prodotti da te realizzati?
AR La Macchina/Robot che genera le forme lavora per sezioni/layer, i vari strati vengono depositati uno sull'altro. Questo permette di creare forme e sezioni molto complesse con spessori anche di due millimetri. La caratteristica principale che distingue questo tipo di processo è il grande numero di strati che compongono l'oggetto. Questa texture, che caratterizza il prodotto, non è mai identica, rendendo ogni oggetto unico grazie a delle piccole varianti della superficie. Quello che all'inizio sembra un difetto diventa invece il punto di inizio per una nuova fase di ricerca. Lo sguardo e le mani interagiscono con la macchina in movimento creando affascinanti errori non programmati. Nasce cosi l'interazione tra processo digitale e processo analogico.
gdl Quali sono gli sviluppi ed obbiettivi futuri di questo progetto che continua con grande successo?
AR L'errore è da sempre un mettersi in gioco e una nuova sfida. I nuovi progetti di stampa 3d sono legati alla trasparenza della porcellana e all’interazione con la luce per illuminare gli ambienti della casa.
gdl Grazie mille Andrea, ci rivedremo presto ancora tra ponti e calli veneziane.
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