martedì 22 ottobre 2013

“Don Lorenzo Milani e la Pittura” – riflessione

Ecco di seguito una riflessione sul catalogo della mostra "Don Lorenzo Milani e la Pittura", pubblicata anche nel sito della Fondazione don Lorenzo Milani.
Dall’estate del 1941 il giovane Lorenzo Milani si dedicò alla pittura iscrivendosi dopo qualche mese di studio privato all’Accademia di Brera. Nell’ottobre del 1942, causa la guerra, la famiglia Milani ritornò a Firenze. Sembra che anche l’interesse per la pittura sacra abbia contribuito a far approfondire a Lorenzo la conoscenza del Vangelo che lo portò nel novembre del 1943 ad entrare in Seminario Maggiore a Firenze .




Affascinante tassello nel percorso di scoperta e conoscenza di Lorenzo Milani Comparetti giovane e uomo prima ancora che sacerdote ed educatore.

Ad esempio la sua infatuazione giovanile per Tiziana, così come gli studi, i rapporti con gli amici e maestri artisti o la famiglia, riportano Lorenzo ad un piano “umano” e non solo spirituale come spesso viene visto quando si parla della sua opera di sacerdote.

I suoi primi vent’anni ed in particolare l’attività pittorica sono caratterizzati da molti elementi che si ritroveranno poi nella sua opera di sacerdote ed educatore. Tra questi da evidenziare la sua particolare attenzione alla figura umana non solo corporale (vedi ad esempio volti vuoti) e ai bambini (vedi vari dipinti), elementi che sembrano quasi legare le “due differenti vite” di Lorenzo.

La scoperta di uno dei tanti talenti del priore di Barbiana: quello artistico pittorico che sfrutterà poi durante la sua opera di educatore nella scuola per i piccoli montanari di Barbiana.

Il catalogo è fatto molto bene, con approfondite analisi e ricerche bibliografiche e documentali, rimanendo al tempo stesso una lettura semplice e fruibile anche ai non addetti ai lavori del mondo artistico.

giorgio de luca



Don Lorenzo Milani - autoritratto


La passione del sacerdote per l’arte era nota e anche a Barbiana prosegue l’attività di pittore, con le lezioni di pittura tenute dal sacerdote ai suoi ragazzi. A testimoniarlo anche uno stralcio di una lettera scritta da don Lorenzo Milani alla madre Abbiamo scoperto una maniera economica di fare i colori abbondanti” si legge, “sodi come quelli a olio e che non sporcano i vestiti”; e ancora “ti scrivo dal piazzale dove oggi pare d’essere all’Accademia […] Mi interrompono di continuo per farmi vedere i loro quadri e non mi riesce di scrivere in ordine”.

lunedì 21 ottobre 2013

design home made

Ma che significa avere dei pezzi di design in casa? 

Certo significa avere dei pezzi conosciuti, pezzi famosi, pezzi di design appunto, sia esso high o low cost, sia esso di designer famosi ed affermati o dell'amico designer emergente...

Ma c'è un altro modo di poter creare design.
Un modo (ed un design) molto personale, che permette di abbracciare gli stili ed i gusti più disparati.
Un design che si posiziona fuori (e forse distante) dai canoni del design tradizionale così come inteso dai grandi brand e dalle riviste patinate.
Un design sicuramente più personale ed emozionale in quanto racconta pezzi di vita, momenti, ricordi, aneddoti.















E' possibile utilizzare oggetti semplicissimi dalle svariate funzioni, oggetti della vita quotidiana, riciclare e trasformare la funzione dei singoli oggetti, modificare l'aspetto di oggetti datati, ritrovare oggetti dalle nostre cantine.



E' così che prendono forma angoli di design in casa, oggetti comuni o ricercati, installazioni, oggetti di modernariato ed antiquariato liberati da cantine e soffitte.
Questa forma di design non sarà mai inserita in riviste patinate e non avrà una gran durata, perché spesso soggetta a continue modifiche ed alterazioni da parte del designer stesso (o meglio home designer).



Infine questa forma di design è forse la più sostenibile. Nella maggior parte dei casi essa infatti non richiede l'uso di nuovi materiali, onerosi packaging o inquinanti trasporti.
Nella maggior parte dei casi troviamo tutto il necessario già nelle nostre case o in maniera casuale girando un po' qua e là.


E' come un gioco in scatola di cui riporto le semplici istruzioni:
1 - estrarre dalla scatola le carte di fantasia e creatività
2 - selezionare con cura gli oggetti da recuperare
3 - miscelare e armonizzare il tutto con l'arredo e gli spazi
4 - vince chi sarà completamente appagato dal proprio home design

giovedì 17 ottobre 2013

energie rinnovabili * geotermia

agosto 2011

Radicondoli . SI

Addentrarsi in una Toscana pressochè sconosciuta al grande flusso turistico per andare alla ricerca di Radicondoli, paesino dove ha sede il Museo delle Energie del Territorio e la più grande centrale geotermica europea.
Attraversare poggi e colline, scoprendo nuovi scorci e nuovi borghi lungo la strada, alcuni piccolissimi, quasi abbandonati, per lo più abbarbicati sulle cime dei colli.
Radicondoli è uno di questi. Il piccolo centro molto carino, accoglie il Museo delle Energie del Territorio, un percorso tecnico didattico sulle energie, sulle energie rinnovabili con particolare attenzione alla geotermia dovuta alla vicinanza con la centrale.
Per raggiungere la centrale vanno percorse strade scomode, tortuose, sterrate, ottenendo in 
gentile omaggio da questa terra meravigliosa, nuove panoramiche e nuovi scorci di un appennino toscano incontaminato.

 
Avvicinandosi le ciminiere sbuffano vapore, segno dell'incredibile quantità di energia pulita che questo luogo ci regala, sottraendo un po di energia alla terra e regalandola all'uomo, in un connubio quasi perfetto tra uomo e ambiente.


giovedì 3 ottobre 2013

Lectio Magistralis Rafael Moneo

Il 25 settembre 2013 a Bologna bellissima Lectio Magistralis dell'architetto Rafael Moneo introdotta da Francesco Dal Co.
Il palazzo dei congressi della fiera di bologna era gremito e per due ore la lezione dell'architettoRafael Moneo hanno intrattenuto la platea sul tema "gli edifici non sono solo oggetti" discuisendo sulla relazione che deve esserci tra l'edificio e la città. L'edificio diventa parte integrante del paesaggio urbano! W l'Architettura






A lezione con Carlo Scarpa

2010 . appunti della visita alla mostra 

Venezia, Palazzo Querini Stampalia

a lezione 
con Carlo Scarpa
17 schizzi realizzati durante le lezioni all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia 1975-1976


Il solo ingresso nella struttura che ospita la Fondazione Querini Stampalia è un'emozione pura, se si pensa alle sensazioni percepite guardando i particolari della ristrutturazione del Maestro.
Una visita fatta di spigoli, scansi, regole metriche di grande dolcezza.
Percorsi pensati e segnati per l'uomo, per i piedi, per l'acqua, per la luce, per lo sguardo.
I padiglioni, che da soli varrebbero la visita, accolgono i 17 disegni delle lezioni di Carlo Scarpa sulla cornice del giardinetto interno. 17 disegni tra bozze, progetti, idee, studi, particolari, pensati o realizzati.
Molti i riferimenti alle grandi opere tra cui spiccano su tutte Castelvecchio e Tomba Brion.
Il professore spiega con i segni in modo frammentario, a volte confusionario.
Disegna, cancella, rischizza, ridisegna, Sovrapponendo i segni più e più volte, segni che alla fine si confondono con l'altro.
Soli strumenti per l'insegnamento la carta, la matita e il carboncino. E il genio di Carlo Scarpa.
Una mostra piccola, intensa e intima nel quotidiano di Carlo Scarpa nelle sue lezioni universitarie.



Oscar Niemeyer

2009 . appunti dopo la visione del film Oscar Niemeyer  a vida é um sopro (la vita è un soffio) 

Oscar Ribeiro de Almeida Niemeyer Soares Filho noto come Oscar Niemeyer (di seguito ON) è stato un architetto brasiliano. È stato uno dei più noti e importanti architetti a livello internazionale del XX secolo (1907-2012).

"Il mondo sarebbe bello senza l'uomo" 
Con questa citazione si apre (o quasi) la lettura e rilettura di uno tra i maggiori architetti del ventesimo secolo e della sua architettura.
L'affermazione pesante e cruda dell'architetto si trova in netta contrapposizione con il suo operato e il suo modo di pensare. ON infatti ha sviluppato progetti e architetture con rilevanza umana e sociale.
Il momento storico e politico in cui vive la propria evoluzione professionale, ha portato questo straordinario architetto a fungere da sperimentatore ed educatore per l'intera architettura brasiliana e forse anche per il popolo brasiliano. L'architettura brasiliana ha visto parecchie influenze ed apporti delle diverse architetture mondiali, anche grazie agli straordinari architetti con cui ON ha avuto il piacere di collaborare tra cui Le Corbusier.
La sua architettura mira a creare un'idea che piaccia, che possa essere apprezzata dal popolo, che possa fungere da testo esplicativo delle funzioni dell'edificio, delle motivazioni e modalità del progetto.
I progetti, nonostante le influenze delle diverse architetture mondiali, tra cui molte quelle europee, si sono adattati al luogo, al terreno con cui si integra, al clima.
Molte sono le forme nuove che questo architetto introduce, come "le linee curve che sembrano essere un'invenzione" (cit. Le Corbusier) ispirate alle favole e alle nuvole, creando suggestioni lievi e dolci che formano un tutt'uno con il paesaggio, sembrano essere il paesaggio.
Per ON l'architettura non sembra essere un'arte isolata ma in continua armonia e profondamente legata alle altre arti. Ecco da cosa derivano le numerose sperimentazioni di gruppi di lavoro, il più famoso quello per la progettazione di Brasilia dove intervennero non solo architetti e tecnici ma medici, artisti creando una grande condivisione e partecipazione intorno alla nascita di una nuova città ed assolvendo così a multeplici funzioni quali quella sociale, economica e di mutuo soccorso.
Dall'intera opera di ON traspare  la volontà di fare un'architettura differente per il popolo brasiliano. Emerge inoltre la tranquillità di un uomo estremamente ottimista ed in pace con se stesso, come da lui stesso dichiarato elementi essenziali per compiere grandi opere in qualsiasi campo.