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sabato 7 luglio 2018

L'ultimo viaggio di Franz Falanga!

Il 17 aprile 2018, ci ha lasciato l'amico e architetto Francesco Falanga detto Franz


Seppur non da molti anni ho avuto il piacere di conoscere Franz Falanga per una grande passione in comune: l'architettura. Da quel momento è nata subito una grande intesa ed una forte amicizia.

Franz Falanga era infatti un personaggio eccentrico e poliedrico. Architetto, musicista jazz e scrittore, radioamatore (link).

Laureato a Venezia in architettura, è stato professore all'Accademia di Belle Arti di Venezia e di Bari. Ha sempre combattuto contro la cancellazione del senso della storia che produce più danni di una guerra specialmente alle ultime generazioni.


Grazie Franz degli incontri, delle chiacchierate, degli spunti di riflessioni su tanti, tantissimi temi, dalla musica alla politica, dall'architettura al disegno, dalla scrittura alle radio.
A questo link potete trovare una serie riflessioni e racconti fatti insieme da me e Franz (link).

Nella giornata di oggi 07 luglio 2018, secondo le sue volontà, le ceneri dell'amico Franz Falanga sono state disperse tra il Monte Tomba e Venezia.





Ciao Franz... e grazie!
Buon viaggio...

giovedì 23 luglio 2015

ancora una volta Franz Falanga e le invarianti in architettura


Più e più volte su questo blog abbiamo ospitato il tema delle invarianti in architettura. Dico ospitato in quanto il fautore di questa teoria, promossa in primis da Bruno Zevi, è l'amico e architetto Franz Falanga
Sul blog trovate articoli, link e approfondimenti sul tema, scritti e pensati da e con Franz.
E' con le sue parole che oggi voglio presentarvi e segnalarvi un nuovo passo compiuto da Franz, un nuovo sito web dedicato proprio al tema delle invarianti in architettura.



Sono molto contento perché finalmente ho dato una veste informatica alla mia teoria sulle Invarianti nell’architettura. E’ un argomento che mi segue  da parecchi anni e che finalmente vede la luce online. Ho impiegato molto tempo, molti anni e molte mie forze per mettere a punto questa teoria, che adesso funziona benissimo.  Il problema ora è come farla camminare da sola per le vie della cultura architettonica italiana.

Il mio lavoro prende le mosse da un’idea brillantissima che nei primi anni settanta ebbe Bruno Zevi, uno dei pilastri delle cultura architettonica italiana, che era mio professore. Da qualche giorno questo sito è online e devo ringraziare per questo un mio carissimo  amico di lunga data, l’informatico Michele Zavarise della Digisystem, e, tra l’altro,  fisarmonicista jazz di vaglia.

L’indirizzo è facilissimo eccovelo qui: www.franzfalanga.it  Mi piacerebbe che con tutti i vostri comodi gli deste un’occhiata e che eventualmente  spediste il link  a qualche vostro amico o amica architetto. Le cose vanno coltivate e seguite, senza mai lasciarle da sole.
franz falanga

architetto Franz Falanga

martedì 24 marzo 2015

Franz Falanga chiama a raccolta i creativi sul tema delle invarianti

Abbiamo parlato più volte delle invarianti in architettura, a partire da quelle indicate da Bruno Zevi per passare a quelle elaborate da Franz Falanga.
Ma più volte parlando con l'amico Franz Falanga ci siamo chiesti le invarianti riguardano solo l'architettura?

Ecco allora l'appello nel blog di Franz Falanga a tutti i creativi. Cliccate sul testo qui sotto per leggere la lettera aperta ai creativi.

Questa lettera aperta è destinata a tutti creativi, a qualsiasi categoria essi  appartengano. Vorrei proporre agli amici creativi un progetto che potrebbe dare dei frutti assolutamente eccellenti, nel campo della progettazione dei propri oggetti e nel campo della didattica della progettazione medesima.
 Franz Falanga

lunedì 2 marzo 2015

Esposizione completa della teoria delle invarianti in architettura. Da Bruno Zevi a Franz Falanga.

Per chi ancora non avesse avuto modo di avvicinarsi al tema delle invarianti in architettura, ecco una ghiotta occasione che ci arriva direttamente dal blog dell'architetto Franz Falanga

La teoria delle invarianti di Falanga segue la precedente individuazione delle invarianti proposta e redatta dall'architetto Bruno Zevi e rintracciabile all'interno dell'esposizione sopra indicata.

l'architetto Bruno Zevi

Obiettivo volutamente provocatorio: fissare una serie di "invarianti" dell'architettura moderna, sulla base dei testi più significativi e paradigmatici.Bruno Zevi - Il linguaggio moderno dell'architettura Guida al codice anticlassico 1973 - Einaudi

mercoledì 24 settembre 2014

Un libro sulle invarianti in architettura ... con foto (anche) di giorgio de luca

E' finalmente nato un libro in forma digitale completamente dedicato alle invarianti dal titolo "Le invarianti nell'architettura – SOLUZIONI D’ANGOLO". 

La copertina del libro

Il libro è stato scritto dall'architetto Franz Falanga, dall'architetto Paolo Perfido, professore universitario a Bari, e dall'architetto Massimo De Faveri libero professionista in Australia. 
Il neonato libro parla, per la prima volta al mondo, di un nuovo argomento molto importante nel campo dell’architettura che sono le invarianti, cioè gli stessi problemi che qualunque architetto dall'età della pietra ai giorni nostri ha incontrato e continuerà ad incontrare durante la sua carriera. I problemi non cambiano mai e sono di numero finito, le soluzioni sono invece infinite.

Il libro corredato da centocinquanta foto contiene anche alcune mie fotografie!!

Una delle mie foto pubblicate nel libro
Roma Hotel Excelsior . 2006 . foto di giorgio de luca

Di questa opportunità devo ringraziare i tre autori ed in modo particolare l'amico e architetto Franz Falanga, di cui riporto di seguito parte della mail di presentazione del libro:

"....
Mi corre l’obbligo di ringraziare le amabilissime persone che a Bari e in Italia sono stati i miei occhi, e cioè, in ordine strettamente alfabetico, GIORGIO DE LUCA, ANNIKA DE TULLIO, GIOVANNI MARIN, GINO PARADISO, VITTORIO POLITO.
Tutte lo foto contenute nel libro sono circa centocinquanta. Quelle di Bari, della Puglia e Italia sono mie di  Gino Paradiso, Annika De Tullio, Giorgio De Luca e Vittorio Polito. Quelle scattate in Europa, nel Nord Africa e nel medio oriente sono di Paolo Perfido mentre quelle dell’America e dell’Australia sono di Massimo De Faveri. 
Ringrazio ancora una volta queste persone che ho citato senza le quali questo lavoro non sarebbe stato possibile.
Chiunque di voi lo vorrà fare, promuova questo libro, se lo merita, ci sono dietro anni e anni di lavoro, sudore e fatica. Grazie in anticipo e grazie assai! franz falanga"



Eccovi ora la sinossi ufficiale del libro:
Ogni creativo, ogni progettista, quando progetta un qualsiasi oggetto di architettura o di design, nel corso della propria progettazione, utilizza molti parametri, molte sue conoscenze, molte sue intuizioni, molte sensibilità che gli sono proprie. In sostanza utilizza tutti gli strumenti cognitivi e culturali in suo possesso. In questo percorso creativo ci sono però dei momenti in cui ogni progettista incontra sempre gli stessi problemi. Questi problemi sono costanti nel tempo e nello spazio. Un progettista del quattrocento, un progettista contemporaneo, uno studente di architettura, uno studente di design, quando progettava e progetta, avrà certamente incontrato e continuerà ad incontrare sempre questi momenti topici, che evidentemente dovrà risolvere.Questi problemi che non cambiano mai, e che sono di numero finito e limitato si chiamano invarianti. In questo libro ne abbiamo mostrata una sola, le soluzioni d’angolo. Ad ogni invariante, dedicheremo un nostro lavoro. Abbiamo iniziato con le soluzioni d’angolo perché abbiamo ritenuto che questa invariante sia la più facilmente individuabile anche da chi non esercita il mestiere di architetto.

A questo punto vi invito ad acquistare il libro on line nei maggiori portali e dopo averlo letto tutto d'un fiato divertirvi a scovare, tra le tante, le mie foto!

Buona lettura e visione a tutti!
gdl

domenica 21 settembre 2014

Di cosa parlerà Franz Falanga?

Oramai avete conosciuto l'amico e architetto Franz Falanga visto che di tanto in tanto lo cito!

Da qualche giorno il buon Franz Falanga si è cimentato in una nuova incredibile avventura: l'apertura di un blog!

Ricordiamoci innanzitutto che Franz Falanga si interessa di molti, moltissimi argomenti, dall'architettura al linguaggio, dalla fotografia alla musica. Sarà questo blog un nuovo luogo e un nuovo modo di raccontare la sua opera creativa ed artistica?
Certamente si, anche se conoscendolo credo lo dedicherà principalmente all'architettura e sicuramente avrà modo di parlarci delle sue tanto amate invarianti.
Già il nome del blog la dice lunga: uarkitett, che in barese significa l'architetto.
E allora non ci resta altro da fare che seguire attentamente l'evoluzione del suo neonato blog!

Franz Falanga
Buona vita uarkitett!

http://uarkitett.blogspot.it/

lunedì 15 settembre 2014

ancora sulle invarianti in architettura

Poco meno di un anno fa ho avuto il piacere di conoscere l'architetto Franz Falanga durante la presentazione del suo libro “Le invarianti nella tomba Brion di Carlo Scarpa” (Aurelia Edizioni).

 
Tomba Brion - S. Vito di Altivole (TV) 2006 - foto di giorgio de luca

Questo fortunato incontro è poi sfociato in una amicizia basata sulla condivisione ed il confronto con Franz delle diverse tematiche dell'architettura, del design e della creatività in genere. È grazie a questo confronto che Franz è riuscito a far nascere in me l'attenzione verso il tema delle invarianti in architettura, invitandomi ad approfondire il tema attraverso lo studio e la ricerca.

La mia formazione e professione tecnica mi hanno portato ad elaborare alcune riflessioni, riflessioni che ai più potranno sembrare semplicistiche e banali ma che sono, a mio modesto parere, indispensabili per poter iniziare ad avvicinarsi al tema delle invarianti.

La prima riflessione è quasi una premessa, un elemento essenziale che chi si avvicina al tema delle invarianti in architettura deve necessariamente avere, a mio modesto parere, una grande conoscenza e sensibilità tecnica, progettuale e compositiva, così da poter leggere e analizzare le diverse invarianti presenti nelle differenti opere architettoniche.

Il termine invariante è poco utilizzato persino dai tecnici e pertanto considerato aulico e “distante”, a volte obsoleto. Negli ultimi anni grazie all'introduzione di nuove norme di governo del territorio tale termine è comparso in particolar modo all'interno degli strumenti urbanistici e dei relativi elaborati tornando ad essere usato dai tecnici. Da precisare che il termine così come viene utilizzato nelle moderne normative urbanistiche, non fa certo riferimento alle invarianti così come intese da noi, ma si riferisce alle zone o aree da riproporre in maniera inalterata rispetto alle previsioni urbanistiche dei precedenti strumenti normativi. Il termine si trova molto facilmente in un particolare elaborato dei nuovi strumenti di governo del territorio, quali PAT Piano di Assetto del Territorio o PATI Piano di Assetto del Territorio Intercomunale, quale è la tavola delle invarianti. In tali elaborati le invarianti rappresentano solitamente i beni comuni irrinunciabili, la cui persistenza nel tempo e il cui sviluppo va tutelato con regole specifiche.

È importante ricordare che le invarianti descritte pocanzi non hanno nulla a che fare con le invarianti oggetto della nostra ricerca e del nostro approfondimento. L'unico fattore che le lega è il mero utilizzo del termine, ma era opportuno questo excursus per conoscere l’utilizzo del termine invariante nel linguaggio tecnico corrente.

Proprio questo scarso utilizzo del termine nel linguaggio tecnico e ancora più comune, potrebbe far pensare che le invarianti siano destinate ai soli addetti ai lavori, elementi da ricercare esclusivamente nelle architetture da copertina, architetture progettate da archi star o da architetti rinomati, o ancora nelle architetture monumentali e storiche.

A mio modestissimo giudizio, questo è quanto di più sbagliato si possa pensare.

È giusto arrivati a questo punto definire le invarianti così come noi le intendiamo: scelte da affrontare in fase progettuale che si concentrano su alcuni temi e particolari e che ricorrono ciclicamente nel lavoro di progettazione.
Fino ad oggi sono state definite dall'architetto Franz Falanga una serie di invarianti, dodici per la precisione, che si incontrano e si ripetono costantemente affrontando una qualsiasi progettazione di un edificio. Questa lista di invarianti non deve essere considerata assolutamente completa ed esaustiva. Potremmo in futuro riflettere su altri aspetti dell’attività progettuale scoprendo nuove dinamiche e scelte che si ripetono costantemente nelle diverse fasi del progetto.

È facile comprendere pertanto come per un numero finito di invarianti, sia possibile ritrovare nei progetti e negli edifici un numero infinito di soluzioni.

Proprio perché le invarianti sono scelte da affrontare in fase progettuale sarà possibile trovare in qualsiasi tipo di edilizia, soluzioni progettuali innovative o fuori dagli schemi, che possono esserci di aiuto nell'approfondire e conoscere il tema delle invarianti.

 
Como 2011 - foto di giorgio de luca

È infatti corretto “leggere” le invarianti non solo nelle architettura da copertina ma anche e più semplicemente in quell'immenso patrimonio edilizio ed architettonico presente in ogni città e paese, ripeto, edilizio e architettonico, cioè nell'edilizia residenziale, immobiliare, industriale e commerciale. Intendo tutto quell'edificato che quotidianamente abbiamo davanti ai nostri occhi e che possiamo osservare pur non essendo passato sulle riviste patinate, perché non di particolare pregio o rilevanza architettonica.

La progettazione di tale patrimonio non è certo immune dalle invarianti.

Ogni edificio ed i relativi dettagli e soluzioni sono frutto di una progettazione, la quale può essere accurata o limitata, se non persino assente, ma che si troverà ad affrontare delle invarianti progettuali.

A seguito di un’accurata progettazione sarà più facile individuare e ritrovare nell'edificato, elementi risultati da una ricerca estetica, formale e funzionale.

Merano 2009 - foto di giorgio de luca

Montebelluna (TV) 2014 - foto di giorgio de luca

Altre volte la progettazione del dettaglio o dei particolari risulta invece scarsa o addirittura assente. Il risultato non cambia, sarà comunque presente una soluzione e non necessariamente brutta o sbagliata. Molte volte infatti (anche se non sempre) la scarsa concentrazione su questi elementi progettuali deriva da meccanismi e processi mentali nonché da una profonda conoscenza tecnica e costruttiva già consolidate nel tempo grazie all'esperienza professionale.

Ognuno dei casi sopra descritti rappresenta un diverso approccio progettuale il cui risultato sarà sempre e comunque una soluzione, la quale è il centro della nostra attenzione.

È utile ricordare e precisare che questo lavoro, questo studio, questi approfondimenti non hanno come fine quello di stilare una classifica delle soluzioni migliori sul tema delle invarianti, anche perché bisognerebbe stabilire dei parametri, dei metri di misura, bensì di aprire la visuale su quante più alternative possibili quali soluzioni ad un determinato tema che rappresenta '’invariante stessa.

  

  
 Scorci e angoli di New York 2010 - foto di biagio paradiso
  
È ad ogni modo importante sottolineare come un corretto approccio progettuale durante la pratica della professione possa portare con maggiore facilità a soluzioni di una certa ricercatezza costruttiva e formale, trasformando un semplice edificio in un oggetto architettonico.

 

 
Scorci e angoli di New York 2010 - foto di biagio paradiso


L'aspetto principale di questo percorso, e che ci occuperà ancora in futuro, resta la comprensione di come vengono affrontati e risolti i meccanismi progettuali che si ripresentano costantemente e fin qui chiamati invarianti.

venerdì 31 gennaio 2014

giornata di incontri

Ieri è stata una giornata particolarmente ricca di incontri con persone interessantissime e di spessore.

In primis l'incontro con l'architetto Franz Falanga con il quale si è disquisito di architettura, accostamenti di forme materiali. La discussione si è poi concentrata sul tema delle invarianti in architettura, quelle zeviane, quelle studiate e teorizzate da Falanga e altre possibili invarianti da approfondire e studiare.

La serata è stata dedicata alla partecipazione al summit dei responsabili di settore di AZSTILE, con cui collaboro. Un'occasione di confronto su prodotti di arredo e design, su strategie di comunicazione e vendita. Una serata davvero formativa, con persone davvero interessante e preparate!

Grazie di questa giornata.

domenica 1 dicembre 2013

Le invarianti nell'architettura di Franz Falanga

Negli anni settanta Bruno Zevi individuò le sue sette invarianti nell'Architettura.
Negli anni ottanta Franz Falanga individuò altre cinque invarianti che pose insieme alle sette del professor Zevi.

In questo video l'architetto Franz Falanga, che ho avuto il piacere di intervistare recentemente, ci offre la spiegazione di cosa siano le invarianti in Architettura. Al termine del video si approfondiscono inoltre Le invarianti nell'architettura della Tomba Brion di Carlo Scarpa a San Vito di Altivole TV.


Tali invarianti sono raccolte inoltre in un libro scritto dall'architetto Franz Falanga con la collaborazione del designer e fotografo Andrea Fantinato dal titolo Le invarianti della Tomba Brion di Carlo Scarpa edito da Aurelia edizioni.

venerdì 29 novembre 2013

Intervista a Franz Falanga

Francesco Falanga, detto Franz, è un personaggio poliedrico. Architetto, musicista e scrittore.  

architetto Francesco Franz FalangaLaureato a Venezia in architettura con il prof. Giuseppe Samonà, durante la straordinaria stagione in cui lo stesso Samonà, Carlo Scarpa e Bruno Zevi, protagonisti della cultura architettonica italiana del novecento, insegnavano all’IUAV di Venezia.

E’ stato professore nella cattedra di Elementi di architettura e urbanistica all'Accademia di Belle Arti di Venezia e ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Bari. Ha sempre combattuto contro la cancellazione del senso della storia che produce più danni di una guerra specialmente alle ultime generazioni.

In occasione della presentazione ad Asolo del libro Le invarianti della TombaBrion di Carlo Scarpa (Aurelia edizioni) di cui è autore insieme al fotografo Andrea Fantinato, ho avuto modo di intervistare l’architetto Franz Falanga e di conoscere il suo modo di pensare ed interpretare l’architettura.

presentazione libro Le invarianti della Tomba Brion. Franz Falanga e Andrea Fantinato
Un momento della presentazione del libro ad Asolo

Lei ha vissuto accanto ed in contemporanea ad architetti come Samonà, Scarpa e Zevi. Come era l’architettura di allora e cosa vi è di diverso nell’architettura di oggi?
F.F. L’architettura non è cambiata, continua ad evolversi, sono cambiati gli architetti, parecchi dei quali in peggio, nel senso che le grandi imprese da costruzione ormai li hanno schiacciati. Ovviamente non tutti, ma parecchi sì. Le nuovissime generazioni hanno trovato un muro davanti a loro, muro formato dai cosiddetti palazzinari, che stanno praticamente cementando quello che resta di questa nostra povera Italia. La loro strategia (dei palazzinari) è sempre la stessa. Acquistano fette di terreno agricolo, sempre più grandi, e, miracolosamente, con l’ausilio di amministrazioni comunali affamate di danaro, oplà fanno diventare queste zone da agricole ad edificabili. Il gioco è fatto, si edificano in continuazione mostri, è facilissimo trovare chi firma questi progetti, che poi, una volta realizzati,  restano spesso senza inquilini sul territorio. La spiegazione è che non interessa alle imprese che i palazzi siano abitati o meno, l’importante è che sorgano, perché subito dopo vengono valutati da periti compiacenti. Una volta valutati,  entrano evidentemente nel patrimonio fondiario del palazzinaro il quale li esibirà quindi come garanzia per le eventuali richieste di liquido alle banche. Il circuito si è chiuso e l’economia è diventata finanza. Una moltitudine di architettini e tecnici vive così all’ombra di questi cementificatori di professione. Faccio notare che, contro questa cementificazione, diverse fette della pubblica opinione fanno sentire la loro voce, penso per esempio agli ambientalisti. Stranamente non si ascolta la voce delle facoltà di architettura, degli architetti e dei loro ordini professionali.

Che cos’è per lei l’architettura?
F.F. L’architettura è la modificazione formale del territorio. Sulla natura naturale viene costruita la natura artificiale. Già da questa osservazione si può immaginare  quanta cautela debba mettersi in opera per aggiungere qualcosa a una realtà già esistente. Da questo meccanismo non si scappa.

L’architettura deve rispondere a due elementi primari: forma architettonica (intesa come insieme di forme, colore, armonia) e funzione? Quale la priorità tra queste due elementi? Come riuscire a farli convivere?
F.F. Vitruvio diceva che l’architettura, per essere tale, deve rispondere a tre precise caratteristiche: FIRMITAS, VENUSTAS, UTILITAS. La Firmitas è la Robustezza, la Venustas è la Bellezza, L’Utilitas è l’Utilità, nel senso che, prima di tutto,  deve riparare dal caldo e dal freddo tutti coloro che vi si trovano dentro.

L’architettura deve svolgere un ruolo sociale? Se si, quale?
F.F. Il benessere fisico e morale di chiunque la abiti.

Lei, se interpreto bene, è un comunicatore. Attraverso le svariate attività comunica se stesso, le sue passioni, i suoi credo. Quanto è importante raccontare e comunicare l’architettura e più in generale l’arte?
F.F. E’ facile rispondere a questa domanda. Se non esistessero l’architettura e, più in generale l’arte, la vita sarebbe veramente una miserabile cosa.

Grazie
F.F. A lei per l’ospitalità. 

Franz Falanga architetto e Andrea Fantinato designer e fotografo
Franz Falanga in compagnia di Andrea Fantinato