venerdì 14 marzo 2014

Lucio Curcio, Architetto e Designer.

Laureato presso la Facoltà di Architettura Federico II di Napoli, Lucio Curcio vive e lavora come free lance nella sua città natale, Agropoli, in provincia di Salerno.
L’approccio al design arriva gradualmente, dopo anni di libera professione durante i quali si è occupato di vari ambiti, dall’urbanistica alla progettazione d’interni.
Per lui il design è un modo di usare e vivere intimamente il pensiero creativo che lui racconta così: “Il piacere di raccontare una piccola storia disegnando degli oggetti di uso quotidiano, partendo dall’osservazione delle cose che mi circondano”.

I più attenti ricorderanno di aver già letto nel blog il nome di Lucio Curcio, quale disegnatore di pouf e cuscini della fortunata linea Pi’gio per la start up trevigiana Formabilio.

Architettura e design spesso devono assolvere a due requisiti fondamentali: funzione e forma. Quali allora i punti di contatto e quali le differenze tra architettura e design?
LC Beh, partirei citando una frase di Louis Sullivan “form ever follows function”. Nella formulazione di un problema risiede la sua soluzione. Il punto, penso, sia l’eleganza e la “bellezza” della soluzione. Per me la bellezza risiede nella capacità di dare una suggestione, un’emozione all’interno del progetto. Un progetto deve essere riconoscibile, compiuto. E questo vale sia per il design e sia per l’architettura.

Nella tua esperienza personale il design emerge dopo un percorso dedicato all’architettura e all’urbanistica. Da cosa e da dove nasce la volontà di una nuova forma di espressione creativa?
LC La voglia di cambiare un po’ le carte in tavola nasce anche dal mio carattere. Dal volersi confrontare e sperimentare in qualcosa di nuovo. Urbanistica, architettura e design possono avere un approccio iniziale pressoché simile, ma poi i termini del problema cambiano decisamente. Con un oggetto è possibile parlare ad una persona. E questo mi interessa molto. Con l’architettura, nei suoi vari aspetti, il dialogo si allarga. L’urbanistica coinvolge il benessere di intere comunità. Il denominatore comune è l’uomo i cui bisogni e necessità sono in continua evoluzione. Quando progetto (e non creo.. questa parola mi sembra sempre un po’ abusata) parto sempre da tutto questo. Poi il resto è sempre un po’ anche tutto quello che uno si porta dentro.

Come nascono i primi progetti di design?
LC Alcuni per gioco, altri per lavoro. Nel caso di Pi’gio guardavo una mia amica che aveva indossato come orecchini i tasti di un vecchio pc, trasformandone la funzione. In quel caso, a quella forma, ho dato un’altra interpretazione. Pensando a qualcosa che fosse anche pop e facilmente riconoscibile, come veniva richiesto, ecco venir fuori il puof. Mi piace pensare alle possibili funzioni della stessa forma. Non sempre è un percorso lineare.

Quale è il tuo approccio alla progettazione? E’ lo stesso sia che si tratti di architettura sia che si tratti di design?
LC Devo dire che con il design sto imparando a misurare diversamente tutto il percorso progettuale. Anche se, come dicevo prima, non sempre è una strada tracciata. E sto scoprendo anche il piacere della collaborazione con altri designers. Imparo strada facendo, insomma.

Quale è il progetto a cui sei più legato? Si tratta di architettura o design?
LC Non sono legato ad un progetto in particolare. Ognuno di essi mi coinvolge in quel momento, con quei pensieri. Mi sento legato al processo “creativo”. E a veder poi prendere forma al tutto. Dall’epifania dei pensieri, gli schizzi, all’oggetto finale. Alla fine c’è sempre un passo in più, o in meno, che avrei voluto fare.

Per il futuro, più architettura o più design?
LC Per ora direi design. E poi vedremo.

Grazie Lucio


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